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Brindisi: CNA. Visita del Vice ministro allo Sviluppo Economico Pichetto Fratin

Nelle scorse ore abbiamo avuto conferma della visita, il oggi 21 marzo, del Vice ministro allo Sviluppo Economico Pichetto Fratin. La CNA di Brindisi ha già detto a chiare lettere quali sono i suoi timori, forte delle esperienze vissute negli ultimi anni. Il riferimento, in particolare, è ai rapporti con il Governo nazionale. Queste “visite” sono state tante ed autorevoli, ma non hanno prodotto alcun risultato concreto o quantomeno non hanno permesso a Brindisi di vedere riconosciuto uno stato di crisi che va ben oltre i “numeri” e si concretizza nell’assenza di prospettive economiche ed occupazionali attuabili in tempi brevi.
E’ evidente che, a questo punto, è necessario mettere fine ad una semplice “politica di ascolto” e chiedere al Governo che riconosca Brindisi come area di crisi del paese, anche in deroga, se servisse,rispetto ad una semplice lettura numerica dei dati riferiti al reddito procapite ed ai livelli di disoccupazione.
Sul fronte locale, invece, è evidente che si giunge a questo ennesimo incontro con un esponente del Governo senza aver elaborato una proposta unitaria, che fosse coordinata dagli enti locali e condivisa da associazioni datoriali e organizzazioni dei lavoratori.
Un fatto grave che rende questo territorio più debole in termini di forza contrattuale. Certo, le diversità di vedute sono ben evidenti e non si può far finta di nulla. Proprio per questo è necessario partire dalle ipotesi di sviluppo che possono risultare condivise.
Mi riferisco, ad esempio, alla nascita di una grande base logistica (un progetto di massima in tal senso è stato già presentato nel 2020 dalla CNA su un tavolo di Governo!) che veda protagonista anche l’Enel attraverso la cessione di infrastrutture attualmente utilizzate per la movimentazione del carbone, oltre alle banchine nel porto commerciale. Disponendo di tale base, infatti, Brindisi diventerebbe una delle mete più appetibili del Mediterraneo, soprattutto se collegata alla zona franca doganale.
Riteniamo, inoltre, che andrebbe rilanciata con forza – per affrontare la fase di transizione energetica – la realizzazione di un gruppo di produzione energetica a turbogas, attraverso una totale revisione delle decisioni assunte da Terna. Il tutto, sulla base delle drammatiche congiunture internazionali.
Attraverso un impegno diretto del Governo, poi, si dovrebbe ipotizzare l’avvio produttivo della chimica verde anche nel nostro territorio, fino ad ora escluso da tali scenari.
Quanto alle fonti rinnovabili, invece, Brindisi non può essere tenuta in considerazione solo per la localizzazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche. E’ evidente che la filiera produttiva dovrà essere localizzata proprio nella nostra area industriale, utilizzando esperienze e capacità produttive delle nostre aziende.
Infine, un’idea avveniristica ma non per questo di difficile realizzazione. Brindisi, infatti, dispone di una ricchezza attualmente in gran parte inutilizzata. Mi riferisco al sito che ospita il Petrolchimico, al cui interno ci sono decine di ettari di aree immediatamente riutilizzabili, peraltro all’interno di un comprensorio in grado di offrire utilities di grandissimo valore (energia, guardiania, rete stradale interna, vapore, ecc…). Parliamo di aree che – grazie alla disponibilità di Eni – potrebbero ospitare nuovi insediamenti produttivi. Proprio il Petrolchimico, poi, dispone di un affaccio sul mare mai utilizzato e che invece potrebbe rappresentare la base a terra di impianti offshore. Insomma, un porto vicino a quello attuale e destinato esclusivamente ad attività industriali.
Sono proposte, quelle appena formulate, che potrebbero fornire risposte alle necessità immediate ed a quelle a medio e lungo termine. Ma per essere credibili vanno esaminate e condivise. Con il coraggio e l’intraprendenza che fino ad oggi sono mancati a questo territorio.

Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi

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