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Lecce: Idrusa Racconta Maria Corti

Biblioteca Bernardini, 22 febbraio 2022, ore 18.00
Idrusa Racconta Maria Corti

In occasione del ventennale della scomparsa di Maria Corti, scrittrice, filologa, critica letteraria e intellettuale milanese che ha contribuito a valorizzare la storia, i luoghi, la cultura del Salento, gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado Ascanio Grandi di Lecce presentano al pubblico il lavoro finale del progetto letterario denominato “Idrusa racconta Maria Corti” ideato e condotto dalla book blogger Paola Bisconti.

L’incontro, martedì 22 febbraio, alle 18.00, presso la Biblioteca Bernardini di Lecce, vedrà intervenire la dirigente Maria Rosaria Manca insieme alle docenti delle classi coinvolte Rosa Giuliana e Isabella Alberone. Testimonianza importante sarà quella di Giuliana Coppola, scrittrice e amica di Maria Corti.

A moderare l’incontro Mauro Marino.

* * *

Maria Corti, fu la giovane segretaria dell’Accademia Salentina fondata da Girolamo Comi nel 1948 a Lucugnano, a due passi da Finibus Terrae. In un suo verbale cosìla Corti racconta il convivio comiano:“Il panorama non è certo locale né particolarmente cattolico… il carattere alquanto giocoso delle sedute … temperava la gravitas delle discussioni inerenti alla filosofia, alla letteratura e all’arte”.

Scrittrice, maestra di filologia, stimata critica letteraria, fine intellettuale Maria Corti è stata profondamente legata alla terra Salentina. C’era stata, la prima volta in vacanza da ragazza, al seguito del padre ingegnere, impegnato nella costruzione della litoranea che da Otranto giunge a Leuca. Una strada che non c’era, prima. Intatto, un paesaggio diverso, ancora più aspro di quello che conosciamo.Un altopiano sospeso tra cielo e mare che Maria racconta in un bellissimo suo libro edito da Manni, “La leggenda di domani”. Un romanzo dove, per la prima volta, mette in scena la polarità Milano-Salento,una costante della sua vita e della sua invenzione letteraria.

Un attaccamento al Salento celebrato ne “L’ora di tutti”, pubblicato nel 1962, dove la scrittrice racconta di Otranto, del suo popolo, dei turchi invasorie poi, di Idrusa, di Basilio, del canto delle Sirene, dell’incantamento che questa terra ispira a chi l’attraversa con gli occhi delle stupore.Librimitici, fondamentali per chi vuole approcciarsi alla profonda drammaturgia di questa penisola immersa nel Mediterraneo, luogo di arrivi e di partenze esposto ai venti e alle “invasioni” quelle di guerra e quelle di pace, sempre culturali per chi scorgenelle cose del mondo l’inesauribile materia del “racconto”.

Lei era nata nel 1915, a Milano, orfana della madre a dieci anni, visse la sua adolescenza da educanda, in collegio,presso le suore Marcelline. Anni difficili, confortati solo dalle molte letture. Poi, gli studi liceali – durante i quali visse sempre a Milano in buona sostanza da sola – e l’università, allaStatale,dove conseguì due lauree: una in lettere e una seconda in filosofia. Gli anni universitari furono per lei fondamentali. Le relazioni che riuscì a tessere furono segnate da un profondo coinvolgimento emotivo, intellettuale e politico – fu attiva e coinvolta al tempo della Resistenza – gli amici furono la sua famiglia, l’ambiente in cui cresce e maturail suoimpegno accademico prima presso l’Università di Lecce, nel 1962, con la cattedra di storia della lingua italiana e poi dal 1964, a Pavia, come ordinario di storia della lingua italiana; il laboratorio, per oltre vent’anni, della sua instancabile militanza culturale. Una donna forte e determinata, una donna sola al centro di una temperie intellettuale che l’ha vista protagonista capace di aggregare e muovere energie, saperi, volontà, le più diverse, tutte con l’obiettivo di crescere conoscenza e cultura.

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