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Taranto: Bilancio del Taranto Opera Festival

Milleseicento spettatori totali, un buon riscontro di pubblico per la prima volta di un’opera di Mozart a Taranto. I promotori del Taranto Opera Festival commentano positivamente “Le nozze di Figaro”, la tappa del cartellone andata in scena nei giorni scorsi al teatro Fusco del capoluogo ionico. “Ha avuto molto successo – dichiarano Pierpaolo de Padova e Paolo Cuccaro, dell’associazione musicale Domenico Savino, rispettivamente direttore generale e direttore artistico del Taranto Opera Festival -. Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, infatti, tra gli abbonati e la presenza delle scuole, nelle recite pomeridiane e serali ci sono stati 1600 spettatori. E’ stata inoltre avviata la collaborazione con il liceo musicale Archita di Taranto. Gli alunni hanno partecipato alla produzione; coinvolti nel trucco, nell’aiuto regia, nel coro, nei costumi. Gli spettatori sono stati in gran parte entusiasti, a conferma che il festival ha continuato a crescere in questi anni nei numeri e nei riconoscimenti”.

“Nonostante questo – rimarcano però Pierpaolo de Padova e Paolo Cuccaro, direttore generale e direttore artistico del Taranto Opera Festival -, lamentiamo l’assenza della struttura commissariale comunale e del commissario per la gestione di un sito comunale quale è il teatro Fusco. Da oltre un mese, infatti, abbiamo chiesto più volte, in maniera formale, un incontro per definire la futura programmazione ed alcuni aspetti relativi alla fruizione del teatro. Non c’è stata una risposta per poter incontrarsi e discutere dei problemi relativi all’utilizzo del teatro e relativi all’impossibilità di portare avanti la programmazione estiva, da specificare con diversi mesi di anticipo; non è possibile, quindi, fare una programmazione futura per le attività estive, per iniziative a carattere culturale e turistico che necessitano di diversi mesi di studio ed organizzazione. Questo mancato dialogo mette in difficoltà sia la programmazione attuale che quella futura, che ha bisogno di tempo per svilupparsi. Perciò, facciamo appello al commissario affinché, a breve, possa essere definito un tavolo di incontro. Sappiamo che il Comune di Taranto è commissariato, ma la cultura fa parte dell’ordinaria amministrazione dello stesso ente, non è un’attività straordinaria. Confidiamo che il nostro appello sia raccolto e di poter iniziare, al più presto, a discutere delle attività per la prossima stagione lirica e turistica, oltre che di alcuni aspetti che riguardano l’uso stesso dei siti comunali”.

La grande tradizione operistica italiana e la musica classica internazionale sono tornate a Taranto nella stagione invernale del Taranto Opera Festival, con nomi importanti del panorama lirico italiano in entrambi i cast. Il cartellone è organizzato dalla squadra del Taranto Opera Festival, dall’associazione musicale Domenico Savino e dal Comune di Taranto, con i patrocini ed il sostegno di: Puglia Sounds, Unione Europea, Fsc Fondi di Sviluppo e Coesione 2014-2020, Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, Puglia 365, Ministero per i beni e le attività culturali, Banca di Taranto, Common Time e Taranto Capitale di mare. Il cartellone si compone di cinque appuntamenti. Quattro opere sono portate in scena al teatro Fusco di Taranto; un concerto è invece programmato nella Concattedrale Gran Madre di Dio. Al programma lirico-operistico, si è scelto infatti di abbinare una delle più famose ed intense sinfonie di Beethoven: il 20 febbraio, nella Concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto, sarà in scena infatti la “Nona sinfonia di Beethoven” (sinfonia n. 9 in re minore per soli coro e orchestra op. 125), diretta da Lorenzo Bizzarri (Orchestra del Taranto Opera Festival). Si chiude il 26 e 27 marzo, sempre al teatro Fusco, con “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini (direttore Giuseppe Acquaviva, regia Lev Pugliese, Orchestra del Taranto Opera Festival). L’opera si basa sul dramma “Madama Butterfly” del commediografo statunitense David Belasco, a sua volta ispirato da un racconto omonimo di John Luther Long. I librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica cominciarono il lavoro sul libretto a partire dal 1901. Per alcune suggestioni orientaleggianti, presero spunto dal romanzo di ambientazione giapponese “Madame Chrysanthème” di Pierre Loti.

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