Ceglie M.ca: Il Papa Social raccontato nel libro della pugliese Scarafilo Attualità Cultura Eventi Primo Piano 5 Gennaio 20235 Gennaio 2023 Il papa emerito Benedetto XVI è stato il primo ad irrompere nei social network con un tweetnel dicembre 2012. E anche questa eredità di comunicatore 2.0 è stata raccolta dal suosuccessore Jorge Mario Bergoglio. Nella prefazione del libro “Il Papa Social”, MonsignorGianfranco Gallone illustra bene l’attenzione ai nuovi media da parte del VaticanoÈ stato Joseph Ratzinger il primo pontefice della storia a cinguettare su Twitter, e ha continuato afarlo fino alle sue storiche dimissioni. E Papa Francesco ha raccolto il testimone anche del profilo@PONTIFEX, dal quale ha da subito fatto sentire forte la sua voce; anche negli ultimi mesi,invocando la pace per l’Ucraina. Questa evoluzione della Chiesa verso i new media è raccontata nel libro oggi in uscita dal titolo “IlPapa social”, scritto dalla giornalista pugliese Agata Scarafilo, collaboratrice de La Gazzetta delMezzogiorno e della rivista nazionale Scuola & Amministrazione, oltre che direttrice dei servizigenerali e amministrativi (DGSA) del II° Istituto comprensivo di Ceglie Messapica (Brindisi). Nel volume, edito dalla cooperativa IdeaDinamica, Scarafilo descrive la strategia di comunicazionedel Vaticano capace di cogliere le potenzialità degli strumenti social come ulteriore mezzo perarrivare alle persone e ai giovani. La missione rimane fedele al desiderio di trasformare il mondosecondo il disegno del Signore. Partendo da un’analisi storica ecomediale l’autrice contestualizza lamaturazione della figura del Papa in veste comunicatore che riesce ad accendere una luce dipositività sull’utilizzo delle piattaforme social. “Il libro è il risultato di un lavoro di ricerca durato 9 anni, dal 2013, anno di insediamento di PapaFrancesco del suo primo cinguettio, sino a ottobre 2022. Ricerca alimentata da un lato, dal miobagaglio culturale e dall’altro, dalla passione per gli strumenti di comunicazione sociale”, spiegaAgata Scarafilo, laureata in Scienze Politiche e in Scienze Teologiche. “Prima del Concilio Vaticano II, c’era una sorta di blocco nei confronti di tv e radio, come secontaminassero il messaggio evangelico, mentre successivamente cambia l’ottica di valutazioneperché se ne comprendono le potenzialità”, spiega. “C’è un detto che oramai si usa spesso: se Cristofosse venuto oggi, navigherebbe in rete anziché arrivare con l’asinello che allora, nel giorno dellePalme, era l’unico mezzo possibile. Internet e i social sono, quindi, un mezzo di comunicazione e diavvicinamento attuale”, sottolinea l’autrice. È Papa Benedetto XVI il primo a sbarcare su Twitter e lo fa con l’account @Pontifex, a cui il 12dicembre 2012 affida il seguente cinguettio: “Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter.Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuore”. L’eredità di @Pontifex vieneraccolta e rilanciata da Papa Francesco che oggi, con tweet in 9 lingue, raggiunge sino a 50milionidi follower al giorno. “Papa Francesco, con l’impegno di trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, raccoglie la sfidadelle nuove tecnologie di comunicazione divenute un’irrinunciabile componente della vita dell’uomocontemporaneo, e le inquadra in una visione morale ancorata alla fede cattolica e al rispetto dellapersona”, prosegue. Agata Scarafilo. “Il Pontefice pone al centro del suo interesse, non i mezzi insé e per sé, ma la potenzialità di strumenti adoperati per arrivare alle persone. Ed è la sua attenzionenei confronti delle persone a renderlo speciale”.La prefazione del libro è stata curata da monsignor Gianfranco Gallone, arcivescovo di Mottola,nominato pochi giorni fa da Papa Francesco nuovo nunzio apostolico in Uruguay, dopo averricoperto lo stesso incarico in Zambia e in Malawi. “Il volume vuole richiamare in uno sguardo unitarioe sintetico, che non rinuncia però all’approfondimento analitico, il magistero che Papa Francescodedica alla comunicazione e in particolare alla comunicazione digitale”, sottolinea monsignorGallone. “Si tratta di un’attenzione che ha radici lontane, poiché affonda nella straordinaria capacitàdella comunità ecclesiale e dei Pontefici di accogliere con sensibilità e prontezza tutte le novità chela scienza e la tecnica hanno messo a disposizione della comunicazione umana: il cinema, la radio,la televisione, e poi i primi computer, fino a quella che oggi è la comunicazione digitale”, spiega. “L’autrice giustamente non manca di ricordare come gli insegnamenti del Papa su questi temi sonosempre attraversati anche da una lucida comprensione dei rischi che essi mettono davanti a tuttinoi, e soprattutto alle generazioni dei giovani e dei giovanissimi”, aggiunge. “Il fenomeno dell’hatespeech ne è la drammatica testimonianza. I cosiddetti “leoni da tastiera” mietono sempre più vittime,disseminando odio e contrapposizione nella comunicazione digitale, non di rado con esiti letali”,prosegue. “Questa problematicità dei nuovi fenomeni di comunicazione all’interno della digital ageda un lato non deve farci dimenticare le enormi potenzialità e le straordinarie risorse che pure essici consentono, e dall’altro necessitano di un supplemento di umanesimo, di una vigilanza che cifaccia restare protagonisti di questi nuovi fenomeni, lucidi soggetti di un discernimento in cui comeesseri umani restiamo capaci di governare la tecnologia senza innescare processi che poi superinole nostre capacità di gestirli, finendo per essere noi gestiti da essi e in essi. Le riflessioni di PapaFrancesco, nell’alveo del magistero della Chiesa sulla comunicazione sociale, restano unostraordinario contributo in questa direzione, e possiamo essere grati all’autrice di questo volume,che ha saputo raccoglierne sinteticamente la ricchezza, proponendola al lettore”, conclude Gallone.“Il libro è sicuramente uno strumento di divulgazione e conoscenza che potrà essere fruito in contestii più disparati, dalle scuole alle università ai corsi di formazione professionale per i giornalisti”,sottolinea la giornalista che ha curato la prefazione, Marilù Mastrogiovanni, già presidente dellagiuria del World Press Freedom Prize Guillermo Cano di Unesco, il premio mondiale per la libertà distampa che ogni anno viene assegnato a un/a giornalista che si distingue per l’impegno al serviziodelle libertà di stampa e di espressione. “Non a caso è con l’appello di Papa Francesco ai giornalisti che Agata Scarafilo sceglie di chiudereil suo lavoro: una lettura deontologica del mestiere più bello del mondo, un mestiere “al servizio”degli altri e per questo da intendersi, come dice il Santo Padre, come una ‘missione’”, sottolineaMastrogiovanni. Per restare aggiornato con le ultime news seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale YouTube. Per scriverci e segnalarci un evento contattaci! Condividi!