Si apre ufficialmente il festival Tempeste – Immagini, suoni e racconti dal Mediterraneo giunto quest’anno alla 5ª edizione e organizzato dal Comune di Fasano per promuovere e riflettere sui temi della pace, dell’accoglienza e dell’integrazione.
Giovedì 14 novembre alle ore 18.00 in Sala di Rappresentanza di Palazzo di città ci sarà la presentazione del libro “Donne ingannate – Il velo come religione, identità e libertà” con la giornalista Giuliana Sgrena. A dialogare con l’autrice la prof.ssa Cinzia Cupertino.
Giuliana Sgrena, giornalista de “Il Manifesto”, è stata inviata di guerra in zone arabe come Algeria, Somalia ed Afghanistan. Nel 2005 in Iraq è stata oggetto di un sequestro di terroristi islamisti, un episodio che creò molta apprensione in Italia e che costò purtroppo la vita a Nicola Calipari, dirigente dei servizi di sicurezza italiani.
Il libro di Giuliana Sgrena, edito da Il Saggiatore, parla della condizione della donna nelle zone islamiche e del lungo rapporto tra libertà e religione raccogliendo racconti i racconti delle donne incontrate in Medio Oriente durante i suoi reportage giornalistici: ragazze e donne meno giovani, guerrigliere e prigioniere politiche, che raccontano qui la storia delle loro lotte, delle loro detenzioni e, in alcuni casi, delle violenze che hanno subito a causa dei loro desideri e della loro voglia di indipendenza.
Ci sono donne che non sanno cosa significa sentire il vento tra i capelli. E sono costrette a coprire il volto con un doppio velo: uno fatto di tessuto e imposto da una tradizione religiosa fondamentalista; l’altro, metaforico, che racconta l’ipocrisia – culturale e ideologica – con cui le loro battaglie vengono frenate. Il vento che ti scompiglia entrando dal finestrino, la sorpresa nello scoprirsi diverse dopo un nuovo taglio, sono per loro sensazioni sconosciute. È partendo dalla riflessione sul tema del velo, tra scelta e imposizione, che Giuliana Sgrena affronta uno dei nodi cruciali del contemporaneo: il rapporto tra libertà e religione.
Sgrena ci conduce nell’Afghanistan dei talebani, nell’Iran di Khamenei, nel Maghreb delle rivoluzioni fallite, rivelando il volto più reazionario di una società che impedisce alle donne di esprimersi, con diktat che vanno dal vestiario al rapporto con gli altri, dal sesso fino all’amore. La sua critica si spinge però molto oltre, puntando il dito contro chi in Occidente afferma di fatto, in nome del relativismo culturale, la legittimità dell’oppressione femminile nelle scuole e per le strade; e questo, nonostante i tanti femminicidi perpetrati ai danni di donne musulmane di seconda generazione.
Donne ingannate è un pamphlet lucido e sferzante, che ci rivela quanto ancora oggi sia complesso opporsi alle richieste dei padri, dello Stato, della Chiesa o dell’imam. Quello di Giuliana Sgrena è un accalorato invito ad aprire gli occhi, a rifiutare l’inganno e a squarciare il velo. Una donna è ingannata ogni volta che le si promette libertà coprendola con un velo. Una donna è ingannata ogni volta che la si forza a reprimere i propri desideri. Una donna è ingannata ogni volta che la sua oppressione viene dimenticata nel silenzio.
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