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Mesagne: I Carabinieri arrestano in flagranza di reato un “caporale” di origine bengalese 

Mesagne (BR). I Carabinieri arrestano in flagranza di reato un “caporale” di origine bengalese per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e favoreggiamento della clandestinità di tre connazionali.

Nel corso della mattinata del 22 luglio 2024, a Mesagne in contrada Martuccio, i Carabinieri della locale Stazione unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi hanno arrestato in flagranza di reato un 41enne di origine bengalese residente a Taranto, regolare sul territorio nazionale. Gli specifici e prolungati servizi di osservazione hanno permesso di acquisire elementi a carico dell’arrestato, ritenuto responsabile dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e favoreggiamento della clandestinità. L’uomo avrebbe sfruttato tre suoi connazionali, due dei quali privi di permesso di soggiorno, sottopagati e sottoposti a condizioni di lavoro irregolari. I militari hanno riscontrato altresì che i lavoratori in “nero” dormivano in condizioni igienico sanitarie pessime in una roulotte priva di bagno, senza luce e acqua. L’attività di indagine ha documentato che lo sfruttamento è avvenuto negli ultimi due mesi in terreni coltivati a piantagione di peperoncino, che l’arrestato aveva in locazione. Nel medesimo contesto operativo i Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà uno dei lavoratori per falsa attestazione a un pubblico ufficiale sull’identità poiché ha fornito un nome e l’anno di nascita diverso rispetto a quello indicato sul documento di riconoscimento. I militari hanno sottoposto a sequestro un autocarro di proprietà del 41enne e la roulotte-dormitorio. L’arrestato, su disposizione Autorità Giudiziaria, è stato tradotto agli arresti domiciliari a Taranto.

In ultima analisi, va precisato che la posizione della persona sottoposta alla misura precautelare degli arresti domiciliari è al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che la stessa non è considerata colpevole sino all’eventuale pronuncia di una sentenza di condanna.

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