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Taranto: Il brutto anatroccolo della Factory. Uno sguardo «oltre» sulla diversità

La diversità fu un tema caro ad Hans Cristian Andersen, che lo trattò nella fiaba «Il brutto anatroccolo» trasformata da Tonio De Nitto per la Factory Compagnia Transadriatica in un giornale di bordo attraverso il quale raccontare un viaggio di formazione. Infatti, s’intitola «Diario di un brutto anatroccolo» lo spettacolo che la compagnia salentina presenta domenica 4 febbraio (ore 18), all’auditorium TaTà di Taranto, per la stagione «Favole&Tamburi» promossa dalla compagnia teatrale Crest con il sostegno della Regione Puglia. In scena, diretti dallo stesso De Nitto, che oltre al testo firma la regia, Ilaria Carlucci, Luca Pastore, Fabio Tinella e Francesca De Pasquale, al suo debutto sul palcoscenico con quest’allestimento impreziosito dalle musiche originali di Paolo Coletta (basate su Ciajkovskij), dai movimenti coreografici di Annamaria De Filippi, dalle luci di Davide Arsenio, dai costumi di Lapi Lou e dalle scene di Roberta Dori Puddu.

Dunque, lo spettacolo, coprodotto con Tir Danza e Fondazione Sipario Toscana, vincitore di ben sette premi all’International Festival for Children and Youth Theatre di Hamedan, in Iran, e altri due riconoscimenti al Festival of Theatre for Children di Kotor, in Montenegro, coniuga diversi linguaggi, teatro, musica e danza, per l’appunto, a partire da un classico per l’infanzia. Un piccolo capolavoro di Andersen con cui la Factory, attraverso un linguaggio semplice ed evocativo e un mix di leggerezza e creatività, continua l’indagine sul tema della diversità/identità e dell’integrazione dopo una «Cenerentola» lontana da qualsiasi stereotipo e una «Bisbetica domata» con protagonista una Caterina scomoda e non allineata.

Nel lavoro di De Nitto il piccolo cigno, creduto anatroccolo, attraversa varie tappe della vita, come quelle raccontate nella storia originale, ma per compiere «oltre» la fiaba di Andersen un percorso alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo, alla scoperta della diversità come elemento qualificante e prezioso. Dalla nascita al rifiuto da parte della famiglia, all’esperienza del bullismo negli anni di scuola, il brutto anatroccolo accompagnerà gli spettatori lungo il percorso accidentato dell’esistenza, tra infatuazioni e delusioni amorose, situazioni sfavorevoli ed esperienze dolorose, guerre e altri orrori. Ma il mondo ostile resterà tale solo sino a quando il piccolo anatroccolo non sarà in grado di accettarsi così com’è, proprio come accade al protagonista della fiaba di Andersen quando, specchiandosi nelle acque di un lago, arriva a scoprire la propria vera identità. E maturare l’idea che le cicatrici della vita non vanno nascoste, ma trasformate in risorsa.

Lo spettacolo avrà inizio alle ore 18. Biglietti 7 euro. Info e prenotazioni 366.3473430.

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