Si è concluso sabato pomeriggio, il progetto “DICO DONNA… DICO DIRITTI – incubatore dei diritti di bambine, ragazze e donne. Network promotore di equità e inclusione per tutti” finanziato dalla Regione Puglia attraverso il Bando “PugliaCapitaleSociale 3.0” e realizzato da “Conchiglia APS”, Comune di Mesagne e Consorzio dei Comuni dell’Ambito BR4 in collaborazione con il Primo Circolo Didattico “Giosuè Carducci” e il Secondo Circolo Didattico “Giovanni XXIII”.
L’obiettivo principale del progetto è stato quello di sperimentare nuovi percorsi, consolidare partenariati e alleanze per supportare una cultura inclusiva in grado di valorizzare le differenze. «La diversità è ricchezza la cui portata può essere constatata se si hanno gli strumenti per coglierne il valore nei diversi ambiti sociali, familiari e lavorativi. Sull’accrescimento di tale forma di consapevolezza, la rete territoriale che si è costituita potrà continuare a offrire un solido riferimento teorico e operativo», ha commentato Antonio Matarrelli, sindaco di Mesagne. «Dico Donna Dico Diritti – ha dichiarato l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Mesagne, Anna Maria Scalera – ha dimostrato quanto l’educazione emotiva possa incidere sull’inversione di rotta di una cultura che ancora alimenta il divario di genere. Questi processi, su cui la Scuola è impegnata da anni, possono diventare sistemici mettendo insieme le istituzioni, le associazioni e soprattutto le famiglie». È stato implementato un percorso di divulgazione scientifica in collaborazione con professionisti ed esperti sulla salute della donna adulta ed attivato un gruppo di sostegno e auto mutuo aiuto rivolto alle donne caregiver familiari presso il Centro Ascolto Famiglia “Marcella Di Levrano”. «Il Consorzio dei Comuni dell’Ambito BR4 – ha commentato il presidente Antonio Calabrese – ha ospitato all’interno del Centro Ascolto “Marcella Di Levrano” il gruppo di auto mutuo aiuto per le caregiver. Il lavoro che è stato fatto ha aperto ad una serie di prospettive nell’ambito delle quali sono emersi bisogni ed esigenze di persone che, dedicandosi alla cura dei propri cari, rischiano facilmente l’isolamento sociale. Oggi, con l’istituzione del registro regionale, l’Ambito avrà la responsabilità di monitorare i dati relativi ai caregiver familiari e di supportarli con nuove iniziative laboratoriali, di ascolto e orientamento, tutte attività che saranno avviate già in primavera all’interno del Centro Antiviolenza consortile».
In 18 mesi di attività sono stati circa 200 i bambini coinvolti in laboratori di educazione emotiva, inclusione e cittadinanza attiva attraverso letture ad alta voce, clowning, photovoice e medicina narrativa. «La parità di genere – ha spiegato la Dirigente Scolastica del Primo Circolo Didattico “Giosuè Carducci”, Maria Rosaria Pomo – è il 5° obiettivo globale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, cruciale per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi. La Scuola è uno dei luoghi nei quali le rappresentazioni condivise (inclusi stereotipi, pregiudizi, norme su cosa è accettabile e cosa no in una società) si diffondono e si strutturano maggiormente. Il ruolo delle/degli insegnanti in queste dinamiche è fondamentale per comprendere e agire verso una modifica e una riduzione degli stereotipi sul genere. Per questo motivo la nostra scuola ha aderito subito alle iniziative promosse da questo progetto favorendo la maggiore partecipazione possibile delle nostre alunne e dei nostri alunni». «Con i laboratori del progetto Dico Donna – ha continuato Ornella Manco, dirigente scolastico del Secondo Circolo Didattico “Giovanni XXIII” – gli alunni sono stati condotti in discussioni legate alla parità di genere e all’uguaglianza civile, riflessioni importanti affinché le future donne e i futuri uomini definiscano con libertà e consapevolezza la propria identità. La scelta di accogliere questo progetto lo scorso anno e di riconfermarlo in questo anno scolastico estendendolo a più classi, è perché la scuola, luogo educativo e di relazione per eccellenza, è chiamata a realizzare percorsi formativi e culturali che valorizzino le differenze per considerarle ricchezze piuttosto che barriere, abbattendo gli stereotipi e le loro conseguenze, come bullismo e omofobia».
Il progetto ha inoltre realizzato laboratori di photovoice rivolti a tutte le età, con particolare attenzione all’età adolescenziale, per la sensibilizzazione rispetto all’utilizzo dei social network e alla protezione della propria immagine. «Il più importante risultato raggiunto – ha concluso Raffaella Arnesano, responsabile delle attività laboratoriali dell’associazione “Conchiglia APS” – è stata la creazione e la formalizzazione di una alleanza educativa con le scuole, il Comune, l’Ambito e altri importanti soggetti territoriali del Terzo Settore con i quali l’incubatore dei diritti continuerà ad agire per fornire alle nuove generazioni gli strumenti contenutistici e didattici per contrastare la violenza e porre rimedio agli squilibri di genere che ancora persistono nella nostra società». Le attività dell’incubatore Dico Donna Dico Diritti non si concludono con il progetto, ma continueranno sin da subito nelle scuole già coinvolte con laboratori che verranno avviati già dal prossimo febbraio e che andranno avanti sino al termine dell’anno scolastico.
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