Il“Barocco Festival Leonardo Leo”fa di nuovo visita alla chiesa di Sant’Anna a Lecce venerdì 22 settembre, alle ore 20.30, per mettere in musica “Le sonate sacre di Amadeus”. L’ensemble strumentale “Baroque Lumina”, diretto da Giacomo Benedetti, dà voce alle Kirchensonaten di Wolfgang Amadeus Mozart, le sonate da chiesa che risalgono tutte al periodo salisburghese del “genio folle” e continuano la tradizione delle antiche sonate religiose seicentesche. Ingresso libero. Info T. 347 060 4118.
Nel Settecento la musica classica, forse per la prima volta nella storia, esce dalle corti nobiliari e dagli ambienti accademici per diffondersi e incontrare il favore delle masse. A questo improvviso ampliamento del pubblico si accompagna un radicale cambio di stile. Mozart rappresenta forse il più fulgido esempio di questo stile, in cui la freschezza e la fantasia delle linee melodiche dialogano con un’armonia raffinata ed elegante. Il programma del concerto – che integra brani di autori coevi al compositore austriaco, dà pieno risalto all’organo, strumento naturalmente legato alla musica sacra, ma capace di un sorprendente rinnovamento nel corso del Settecento, epoca in cui dalle severe architetture del barocco si passa a una musica più immediata, melodica e cantabile.
L’organo è protagonista delle sonate da chiesa di Mozart, brani nei quali la solennità religiosa si unisce a espressioni aggraziate dai connotati squisitamente profani. Si tratta di composizioni brevi, in un solo tempo, dall’organico spesso essenziale di due violini, basso e organo, previste nella liturgia alla lettura dell’epistola, da eseguirsi perfino durante la lettura stessa. D’altra parte, nella Salisburgo mozartiana l’arcivescovo principe Colloredo esigeva liturgie compatte che imponevano al compositore un’economia di tempo al limite del virtuosismo.
Le sonate sono “veri gioielli”, “perle” di linearità melodica, “epigrammi” di equilibrato sviluppo compositivo, “miniature” ricche di pathos, pur nella loro brevità: se è vero che il termine “sonata da chiesa” in genere non intendeva riferirsi all’utilizzo di questa forma musicale nell’ambito della sacra liturgia, le sonate da chiesa di Mozart – che il compositore chiamerà “sonate all’epistola” – erano eseguite durante la messa, tra la lettura dell’epistola e la proclamazione del brano del Vangelo. Composte dal genio salisburghese tra il 1772 e il 1780, sarà lo stesso Mozart a farci sapere della loro esecuzione liturgica attraverso le righe scritte al grande contrappuntista padre Giovanni Battista Martini in una lettera datata settembre 1776.
L’arcivescovo Hieronimus di Colloredo interromperà la prassi di questo “interludio strumentale” durante la celebrazione della liturgia della Parola. Non può passare “inascoltato” a un orecchio attento il richiamo alla musica sacra di area napoletana, nella quale la conduzione, di profonda bellezza e raffinatezza, ha tuttavia poco di contemplativo e di appropriato alla liturgia.
La serie delle diciassette sonate “epistolari” accompagna le varie fasi del servizio salisburghese del giovanissimo e poi giovane Mozart, dalla stagione dei viaggi italiani (e milanesi) – le K. 67 e 68 – a quella della prima maturità del Konzertmeister sempre più consapevole del proprio talento e intollerante della “prigionia” in riva al Salzach – le K. 328 e K. 336, l’ultima della serie, 1780 -. Pur immancabile, l’organo è variamente protagonista, passando dalla funzione di semplice basso continuo nelle prime sonate al ruolo concertante ed esuberante delle ultime, senza peraltro che si debba escludere un apporto d’improvvisazione. Non di rado festose come i divertimenti e le serenate scritte da Mozart per Salisburgo, queste pagine in modo maggiore si possono associare a messe mozartiane come la Messa per solo organo dall’ambizioso gesto sinfonico, oppure la Messa K. 336, esuberante e schiettamente concertante, forse destinate, messa e sonata, alla Domenica di Pasqua 1780.
• Venerdì 22 settembre ore 20.30
Chiesa di Sant’Anna • Lecce
Le sonate sacre di Amadeus ed i contemporanei
Ensemble Baroque Lumina
Paolo Cantamessa e Patrizio Focardi,violini
Gabriele Bracci,violoncello
Giacomo Benedetti, organo e maestro di concerto
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