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Taranto: Il ricordo di Gianni Minà allo spazioporto

Giovedì 28 Settembre alle 20,30 lo Spazioporto di Taranto (Via Niceforo Foca 28) ospita Loredana Macchietti Minà, vedova del grande giornalista Gianni Minà, scomparso lo scorso marzo.

La serata è stata organizzata dall’Associazione AFO6 per presentare sia il film documentario “Gianni Minà – Una vita da giornalista” realizzato dalla stessa Loredana Macchietti, seconda moglie di Minà e sua stretta partner produttiva, che il libro “Fame di storie” scritto dallo stesso giornalista.

L’evento è inserito nella rassegna cinematografica e musicale “Cinzella d’Inverno”

A moderare l’incontro il giornalista Vincenzo Ferrari, direttore della testata Taranto Buonasera.

In un affettuoso amarcord tra amici e colleghi, interviste di oggi e archivi, nel film si ripercorre l’ammirevole, straordinaria carriera nel giornalismo e nella comunicazione televisiva di Gianni Minà.

Dal quartiere Crocetta di Torino alle interviste fiume con i grandi dello sport, della cultura e della politica, con una prevalenza per l’America Latina: Tommie Smith, Muhammad Ali, Enzo Ferrari, Giuseppe Ungaretti, Vinicius de Moraes, Fidel Castro, Gabriel García Márquez, Pietro Mennea, il subcomandante Marcos, Luis Sepúlveda, Diego Armando Maradona, Rigoberta Menchú, solo per citarne alcuni.

Già da adolescente aspirante giornalista sportivo tifosissimo del Torino, poi esordiente a “Tutto Sport” nella città della Mole, si trasferisce a Roma, inviato sul campo e freelancer, poi come autore in proprio, insieme a una squadra fidata, di numerosi reportages per la tv pubblica, dagli anni ’60 fino alla fine dei ’90 circa.

Il documentario di Loredana Macchietti parte dalla stessa immagine di copertina di quell’autobiografia: il ritratto appeso sopra la scrivania da cui Minà stesso risponde scettico all’invito di realizzare un documentario su sé stesso. È di Siqueiros (“la leggenda della pittura di murales”, ha scritto Fabio Stassi), un primo piano buffo e abbozzato del reporter, e campeggia sui titoli, nella prima e nell’ultima inquadratura, testimonianza di un amore ricambiato.

Il docufilm si basa su “una chiacchierata” con Minà mentre percorre su una Fiat Cinquecento bianca le strade di città che hanno segnato la sua professione e intrecciato la sua vita: Torino, Roma, Napoli, Palermo.L’automobile diventa così un espediente, un mezzo spazio-temporale che ci permetterà di andare nella città natale del giornalista negli anni ’50 dove Minà adolescente viveva o a New York dove Isabella Rossellini racconterà la sua esperienza di assistente del giornalista.

Il racconto si dipanerà in capitoli divisi in decenni, dagli anni Cinquanta ai giorni nostri e si andranno a riscoprire tutti i posti dove si è svolta la sua storia di giornalista, dagli esordi, alla sua affermazione.
Gianni Minà voleva fare il giornalista sportivo, era il suo sogno, ma la sua fame di storie l’ha ben presto spinto ad allargare le proprie vedute: si è interessato all’America Latina e ha coltivato, negli anni, nuove amicizie che lo hanno riempito, arricchito e che hanno, in parte, cambiato la sua vita.

Tutte queste esperienze e ricordi sono riportati nel libro “Fame di Storie” (Roberto Nicolucci Editore), dove attraverso le sue fotografie e le sue testimonianze, ripercorre la sua carriera e gli incontri di Minà.

Questo libro di fotografie è dedicato alle sue figlie e alla loro generazione spogliata e derubata anche di un sogno di futuro, vorrebbe lasciare loro la testimonianza di persone e situazioni, spesso drammatiche, che ha visto e raccontato, perché “sapere, qualche volta, vuol dire migliorare la propria esistenza, ma soprattutto sostenere il valore, ogni giorno più fragile, della libertà di espressione e del diritto ad essere informati”.

Minà nelle sue interviste non è mai stato un giudice o un pubblico ministero, perché glielo hanno insegnato i suoi maestri, Ghirelli e Barendson. Con il suo mestiere è stato solo il ponte tra una situazione, una personalità che può essere quella di un campione sportivo come può essere quella di un politico o di un altro artista e la gente e il mondo. “Il giornalismo”, ha sempre detto, “deve solo servire affinché che la

gente capisca, conosca, abbia nozione, non sia narcotizzata dal solito tran tran che lo sport spettacolo e non propone per fare in modo che la gente non pensi”.

L’ingresso è gratuito, con posti a sedere fino ad esaurimento.

Per informazioni e prenotazioni : 0992227218

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