Una App per connettere con gli enti e le reti di volontariato, chi vive in condizioni di svantaggio
Nasce APPLichiAMOci, il progetto ideato e progettatodalla Fondazione Emmanuel di Lecce, con la partnership del Dipartimento di Storia, società e studi sull’uomo dell’Università del Salento, in collaborazione con il Comune di Lecce, che prevede la realizzazione di un’Apputile a creare un ponte diretto e immediato tra coloro che vivono in condizioni di svantaggio, disagio, emarginazione ed esclusione sociale e chi eroga i servizi tra enti privati e pubblici, reti di volontariato, associazioni che operano nel sociale attivi sul territorio. Il progetto, sostenuto dal Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settoredell’Avviso “Puglia Capitale Sociale 3.0 – Linea A”, vede tra le collaborazioni anche la Camera degli avvocati immigrazionisti pugliesi, DiVagare, Humanfirts.it, Icon Radio visual group, Rapsodia 8.9, Unipop interazione, Consorzio Emmanuel, è il risultato dell’esperienza che la Fondazione ha maturato sul territorio, operando per anni a stretto contatto con i bisogni delle persone soggette a disagio ed emarginazione sociale.
La tecnologia, quindi, diventa risorsa e strumento innovativo per contenere i fenomeni di disagio sociale e per tessere una rete di sostegno collettivo. Da questo principio viene il nome del progetto, che fonde le parole “applicazione” e “amore”, un’esortazione a mettere in atto la politica della partecipazione e della cittadinanza attiva.
I servizi di volontariato vengono così perfezionati e si rendono più efficaci grazie all’utilizzo di sistemi interattivi di facile accesso che connettono chi eroga i servizi con i destinatari finali, quindi persone senza fissa dimora, migranti, persone in condizioni di disagio sociale.
Grazie a una indagine preliminare che ha l’obiettivo di intercettare presenza ed efficacia di alcuni servizi e,quindi,creare una banca dati aggiornata del Terzo Settore operante nell’ambito dell’emarginazione sociale, l’App, multimediale e multilingue, intuitiva nella consultazione, potrà fornire informazioni sulle attività di sostegno presenti sul territorio, Lecce e zone limitrofe. Prevede la geo-localizzazione con gli orari degli uffici pubblici o privati di riferimento, come ad esempio mense e distribuzione di alimenti, servizi doccia e indumenti, orientamento e ascolto, assistenza legale, assistenza sanitaria, supporto psicologico, orientamento occupazione. Ma anche orientamento al lavoro, supporto nella compilazione di domande, scrittura del curriculum vitae e tutto ciò che è utile a costruire o ricostruire la dignità della persona attraverso il lavoro.
Per facilitare il download dell’App, sarà stampato il corrispondente QR code su adesivi posti presso i luoghi/non luoghi di transito e incontro di persone senza fissa dimora o affette da disagio sociale, come stazioni ferroviarie e dei pullman, le sedi dei partner del progetto, uffici pubblici, uffici comunali e dei servizi socio-sanitari, ambulatori medici, parchi, chiese e giardini pubblici e piazze. Per non escludere nessuno, in particolare chi non dispone di un dispositivo mobile, sarà distribuita una brochure con tutti i riferimenti utili per usufruire degli stessi servizi dell’App. Infine, è in programma una comunicazione mirata che ha il fine di rinsaldare la cooperazione tra i partner e di coinvolgere tutta la comunità, attraverso dei tavoli di lavoro periodici,per costruire una rete non occasionale basata sui valori della cittadinanza attiva che potrà monitorare costantemente le situazioni di disagio ed emarginazione.
APPlichiAMOci è un mezzo attraverso cui la Fondazione Emmanuel intende superare la cultura del sospetto nei confronti di chi vive in condizioni di svantaggio sociale, e instaurare invecela cultura dell’inclusione e del rispetto, che si ristabiliscano i valori di accoglienza e umanità.
“La comunicazione dei servizi di assistenza e supporto deve viaggiare su tutti i mezzi, in particolare quelli più utilizzati dalle persone che ne hanno bisogno”,dichiara l’assessore al Welfare del Comune di Lecce Silvia Miglietta, “oggi lo smartphone rappresenta il principale mezzo di accesso alle informazioni da parte della cittadinanza. La pandemia ci ha insegnato che i servizi di assistenza e la rete possono essere grandi alleati per raggiungere i beneficiari di misure specifiche e che delle molte barriere che sussistono tra le persone, quella tecnologica è la più facilmente superabile. In particolare, le persone che vivono in condizioni di svantaggio sono estremamente connesse e utilizzano quasi esclusivamente l’accesso ad Internet da dispositivo mobile come fonte per reperire notizie. Progetti come APPLichiAMOci agevolano questa comunicazione e possono risultare determinanti per una migliore e più efficace relazione tra il Terzo settore, le istituzioni e i beneficiari”.
“I corsi di laurea in Servizio sociale e in Progettazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali”,dice Anna Maria Rizzo, docente di Metodi e tecniche del servizio sociale, di Sociologia della salute, di Metodologia della ricerca valutativa e dell’intervento umanitario, presso UniSalento, “anche attraverso il contributo dei miei studenti tirocinanti, sono partner attivi di Casa Comune, progetto nato dalla consapevolezza condivisa tra più attori territoriali di un bisogno, di una disposizione del sentire come proprie le difficoltà di chi è accanto. L’università, attraverso lo studio e la ricerca, focalizza l’attenzione su una rinnovata relazione tra istituzioni e cittadini, quella prossimità che da più parti si auspica possa divenire un agito consolidato, un processo, un modello condiviso di intervento di ‘distanza ravvicinata’. È proprio dalla qualità dei legami che gli individui stringono fra loro che dipende poi la qualità dell’agire in quanto insieme comunitario, ed è qui che si colloca il progetto APPlichiAMOci. Il mio compito nel progetto sarà quello di supportare la rete dei partner nelle attività di analisi e valutazione del contesto territoriale mediante la SWOT Analysis con l’obiettivo di sperimentare e attivare forme educative innovative e inclusive, proprio perché prendersi cura dell’altro risponde ad una scelta di valore in favore dell’uomo, non dettata da un mero agire emozionale, ma finalizzato all’apprendimento di pratiche sociali che si traducono in cittadinanza sociale attiva”.
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