Brindisi: Medicina di genere. Le donne sono libere di autodeterminarsi? Attualità Primo Piano 30 Marzo 202330 Marzo 2023 Le donne, a Brindisi, sono libere di autodeterminarsi accedendo a servizi di cura sicuri? nota FP CGIL Questa OS lo ha già scritto e detto in diverse note precedenti: nel contesto di una policrisi,generata dalla guerra economica e militare in Europa, che moltiplica, su chi ha un salarioriducendolo e su chi non ce l’ha ancora peggio, gli effetti del combinarsi di una crescitapressoché nulla con un’inflazione a doppia cifra (e conseguente svalutazione dei risparmi) conl’inasprimento (deciso politicamente) dei tassi di interesse e della speculazione sui prezzi dellefonti energetiche, rende tutti più ricattabili, ma soprattutto, come già successo durante lapandemia da SARS-COV-2 (che avrebbe dovuto insegnarci qualcosa), inasprisce le condizioni divita delle donne (rendendole sempre più vulnerabili ad ogni forma di violenza fisica sessualepsicologica ed economica) e, naturalmente, ancor più nello specifico inasprisce le condizionidella riproduzione sociale (con gli attacchi all’aborto libero e sicuro) alimentando la divisionedel lavoro e il suo sfruttamento in chiave sessista e razzista.Anche in Italia e, dunque, a Brindisi, città da sempre dominata dai venti di Nord, da alcuni annispira il vento dell’Ovest, quello che ha spinto il muro portante, militare, della NATO inUngheria e Polonia (1999), prima di quello, finanziario bancario, della UE (2004), e, ora, quelloreazionario statunitense che ha negato il diritto all’aborto grazie al voto decisivo della giudiceAmy Coney Barret, nominata da Trump alla Corte suprema. A causa di questo vento, in Italia, ea Brindisi, proprio come in quegli stati-nazioni europei succitati, vi è un rilancio della triadeDio, patria e famiglia, declinata, però, nelle forme più sessiste, razziste,omolesbobitransfobiche e abiliste, nella forma attualmente definita (da Sara Farris, sociologaitaliana che insegna presso la Goldsmiths-University di Londra) con il neologismofemonazionalismo, (nato da un’inedita e strana alleanza tra nazionalisti, neoliberisti efemmocrateche -neologismo femministe e burocrate-, in Francia con Marine Le Pen, nei PaesiBassi con Geert Wilders e Italia con Meloni) che impone, in una rigida catena materiale diproduzione e riproduzione sociale, ruoli di genere e assegna alle donne il compito dellariproduzione e della crescita della nazione bianca, patriarcale e eterossessuale, ovvero maternitàe lavoro di cura in cambio di briciole o di lavori poveri sottopagati o lavori in cui non èassicurata la parità salariale.È, dunque, ormai necessario che anche codesta amministrazione riconosca, nell’ottica dellacentralità del paziente e della personalizzazione delle terapie, la necessità di porre particolareattenzione al genere, inserendo questa “nuova” dimensione della medicina in tutti i percorsisociosanitari aziendali, nell’ottica di una reale integrazione territorio ospedale territorio, cioè,occorre mettere il genere al centro del lavoro di cura svolto nelle strutture brindisine, pergarantire la piena appropriatezza degli interventi nel rispetto delle differenze di genere reseevidenti dalla letteratura scientifica fino ad oggi!La FPCGIL Brindisi vuole che le persone siano vive e libere, per questo non accetta la mancanzadi uno welfare adeguato a sostenere la libera e sicura scelta delle persone sui loro corpi in unPaese che voglia dirsi civile. Serve, nel territorio brindisino, potenziare la rete dei consultori,dei centri antiviolenza e, magari, istituire anche un PMA, per fornire un’educazione sessualenelle scuole, una contraccezione (di barriera e di emergenza) gratuita, un aborto libero, sicuro e gratuito, una procreazione consapevole e responsabile, un’assistenza alla gravidanza gratuitaseguita, appunto in un’ottica integrata territorio ospedale, da un’assistenza ospedaliera al partonaturale sicuro e libero dal dolore (ovvero in analgesia).Partendo da questo specifico deficit pluriennale dell’ASLBR, la scrivente OS rileva che, dopo lachiusura del punto nascita privato convenzionato (SALUS) cui le donne brindisine, per lo piùbenestanti ed istruite, accedevano anche in virtù dell’esistenza di un servizio di parto analgesia,al di là di proclami e qualche riunione organizzativa poco o nulla è stato realizzato nei fatti. Leparole sono importanti, ma non bastano: a che punto sono i lavori per la ristrutturazione dellasala parto del Perrino per renderla sicura ai fini di eventuali tagli cesarei di emergenza e dellapartoanalgesia? Nella consapevolezza della grande professionalità solerzia ed abnegazione delpersonale delle UOC di Ginecologia Ostetricia, Anestesia e Rianimazione, Neonatologia, semprecoeso nel loro lavoro collettivo, bisogna considerare che tra la sala parto, posta al nono piano, ela sala operatoria, posta al quinto piano, del Perrino, le inefficienze strutturali del sistemaascensoristico potrebbero mettere in grave difficoltà i professionisti** coinvolti e dunquemettere a rischio la sicurezza delle cure a persone in un momento delicatissimo, in un passaggiodi vita che può evolvere drammaticamente repentinamente: quei lavori urgono! Basta coi ritardi!Non meno importante della dotazione tecnologico-strutturale della sala parto, ai finidell’introduzione del servizio di partoanalgesia trattandosi di un lavoro di équipe, è laformazione del personale coinvolto: nel Piano triennale della formazione (2022-2024)dell’ASLBR non è minimamente citata la partoanalgesia. L’ASLBR, nonostante le numerosesollecitazione provenienti dalla scrivente FPCGIL Brindisi, evidentemente, non ha in programmadi introdurre questo servizio oppure lo considera di scarso rilievo! Solo a Brindisi le donnedevono partorire ancora con dolore nel 2023? Eppure è evidente che questa carenza rende nonattrattive le strutture brindisine né per i medici né per le pazienti: queste ultime sono, in pratica,costrette o a cercare altrove (quando possano permetterselo o indebitandosi) o sottoporsi a TCper tocofobia, sostenendo anche un’innaturale domanda di TC soprattutto di quelle donne chenon possono permettersi la migrazione sanitaria: quale violenza può essere questa? Qualedisuguaglianza di salute?Secondo la scrivente FPCGIL Brindisi occorre, pertanto, modificare e riorientarel’organizzazione dell’ASLBR, sapendo che sempre di più le donne saranno le fruitrici dei servizie le erogatrici di cure.Certo, la Puglia è, come acclarato e certificato nel Piano Nazionale dell’Equità in salute del2023, tra le sette Regioni con minori livelli di soddisfacimento dei LEA e con le maggioridifficoltà finanziarie e organizzative nella gestione del servizio sanitario da parte dellerispettive Amministrazioni regionali, tali da richiedere un intervento a livello centrale el’ennesimo piano di rientro lacrime e sangue, in un contesto di crescita generalizzata dellediseguaglianze, già aggravato dalla pandemia da SARS-COV-2.Contestualmente, però, il PNRR e il DM 77 hanno dato nuovo impulso, nella riorganizzazionedella medicina territoriale, all’approccio di genere nella presa in carico dei pazienti** e,pertanto, la FPCGIL Brindisi, con la presente, intende, ancora una volta lanciare un grido diallarme a tutela delle donne con necessità di assistenza sociosanitaria nel territorio brindisino,nella speranza che non rimanga una vox clamans in deserto, ponendo alcune domande a chi leggesulla scorta di quelle che sono priorità individuate anche a livello ministeriale, alla luce anchedella recente nuova nomina del Commissario ASLBR.In linea generale, perché l’ASLBR possa rispondere in modo sicuro e con elevati standard diqualità alla domanda di salute di genere che parte dal territorio dovrebbe, innanzitutto,potenziare la prossimità ed avere un numero di consultori per abitanti pari almeno a 1/20000residenti (come previsto dalla legge 34/1996); ma, purtroppo, attualmente, non tutti i Comunidella Provincia brindisina sono dotati di un consultorio e i Comuni più popolosi a stento nehanno uno (due soltanto a Brindisi)!Quali sono i programmi dell’ASLBR per lo sviluppo di questa rete in affanno, ma fondamentaleper l’integrazione ospedale-territorio nelle politiche di genere nel territorio brindisino?Con riguardo alla formazione, ancora una volta considerando che i servizi consultoriali sibasano sul lavoro in équipes multiprofessionali e multidisciplinari e che la molteplicità degliinterventi che i consultori sono chiamati a svolgere – anche in relazione ai cambiamenti delterritorio in cui sono inseriti – rendono necessario un aggiornamento continuo, codesta Dirigenzamedica e sanitaria SSN La parola genere sia intesa più estesamente come l’insieme delle differenze biologiche (sesso), socio-economiche e culturali (genere).**Nella consapevolezza della natura strutturale dei divari in Italia, nella presente si userà il plurale estensivo esclusivamente per esigenze discorrevolezza nella lettura.amministrazione, al di là delle dichiarazioni programmatiche nel Piano Triennale dellaformazione, come intende agire concretamente?Nello specifico della salute riproduttiva e di coppia, nel contesto di una reale integrazioneterritorio ospedale territorio, il consultorio familiare dovrebbe svolgere un importante ruolonella assistenza alle donne in gravidanza, nella prevenzione dell’IVG e nel supporto alle donneche decidono di interrompere la gravidanza, dal counselling prima della procedura ai controllimedici e il counselling contraccettivo post-IVG: a che punto è l’ASLBR su questi percorsi? Aquesta OS risulta che, attualmente, non solo le donne con più alto titolo di studio o con miglioririsorse economiche scelgono di rivolgersi al professionista privato, ma anche quelle in cattivecondizioni economiche, evidentemente a causa di un’insufficiente offerta pubblica assistenzialeterritoriale: è stata mai eseguita un’analisi di queste scelte per orientare la politica sanitariabrindisina al fine di ridurre questa grave fonte di disuguaglianza? L’ISTAT registra che il ricorsoai consultori familiari da parte delle donne in gravidanza è fermo al 9,4 per cento nel Sudrispetto al 25,2 per cento nel Nord est, nonostante l’offerta quantitativa di tale servizio siaomogenea sul territorio (ogni 20.000 abitanti sono presenti 0,7 consultori familiari pubblici sianel Nord sia nel Sud): a che punto è l’ASLBR? Lo stato di salute delle donne in gravidanzatradizionalmente viene valutato mediante la misura della mortalità materna e qualche episodio dicronaca recente ce lo ricorda!Giova ricordare che le suddette strutture rappresentano la prima e la più prossima possibilità diaccesso diretto a prestazioni sociosanitarie per la promozione e la tutela della salute delladonna, soprattutto sessuale e riproduttiva, ma anche familiare e dell’adolescenza, soprattutto perle donne (cittadine italiane e non) e le lavoratrici poste all’incrocio di diverse forme di povertà(assoluta, educativa, energetica, lavorativa, etc.). La lotta delle donne per la libertà diautodeterminarsi, per poter scegliere sui loro corpi e sulle loro vite, inizia, spesso, nelle loroabitazioni, ma trova ostacoli nelle istituzioni che dovrebbero ridurre le condizioni impedisconoquesta libertà, ma che, invece, contribuiscono ad esercitare violenza sulle donne, persone concapacità gestante, sui corpi di chi ha un’identità di genere non conforme e sui corpi di scappadalla guerra, persone migranti e senza reddito: una violenza che è tanto più brutale quanto piùalto è il tasso di obiezione di coscienza in un contesto socioeconomico culturale caratterizzatoda indici di povertà di ogni tipo (assoluta, relativa, educativa, lavorativa, sanitaria, etc)altissimi e, quindi, abitato da persone che non hanno un reddito per spostarsi!Esiste un programma di informazione per una contraccezione libera informata gratuita edefficace sia durante l’atto sessuale (preferibilmente con dispositivi di barriera efficaci anche nelcontrasto alla diffusione dell’HIV) sia in emergenza con l’uso di Levonorgestrel (Norlevo,pillola del giorno dopo) e Ulipristal acetato (ellaOne, pillola dei 5 giorni dopo)? Il colloquiopost IVG non è una generica visita di controllo ospedaliera, ma un momento di ascolto econsulenza fondamentale per le donne per un sostegno e counselling personalizzato e costantenel tempo, anche per promuovere una procreazione responsabile ed evitare abortività ripetuta!Esistono nell’ASLBR efficaci flussi informativi per un effettivo monitoraggio e interpretazionedei dati sulla Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG)? Qual è il tasso di abortivitànell’ASLBR e qual è il peso delle scelte delle donne straniere, nella condizione di migrante, suquesto tasso? Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta a queste donne perché ancor piùdelle cittadine italiane sono messe in difficoltà dall’intersezione di diverse condizioni didisuguaglianza, tra difficoltà di comprensione e comunicazione della lingua italiana, di accessoai servizi sanitari, lavoro precario e povero, lontananza dalla famiglia di origine e, spesso,anche dal proprio partner che aumentano i problemi nella relazione di cura.Purtroppo, come in gran parte dell’Italia, anche nell’ASLBR, con l’avanzare del tempo,l’esercizio dell’obiezione di coscienza (ex art. 9 della legge n. 194 del 1978) da parte di unsempre crescente numero di operatori sanitari ha iniziato a costituire un serio ostacolo allapossibilità dell’interessata di accedere alla procedura di interruzione in modo sicuro e noneccessivamente oneroso: nell’azienda brindisina qual è il numero complessivo delle unità di personale obiettore operante negli istituti di cura con reparto di ostetricia e/o ginecologia percategoria professionale (medici ginecologi, medici anestesisti, professioni sanitarie nonmediche) e non obiettore, con analogo dettaglio per categoria professionale? Qual è l’impattodell’esercizio del diritto all’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario rispetto alladisponibilità di accesso al servizio IVG? Provoca una mobilità passiva verso altre asl o altreRegioni? E rispetto al carico di lavoro degli operatori sanitari non obiettori, qual è l’effetto?Alla scrivente OS, ad esempio, non risulta che in nessuno stabilimento ospedaliero delbrindisino vengano programmate sedute operatorie specifiche per le IVG chirurgiche eseguitemediante isterosuzione, Karman e raschiamento: non sono necessarie, cosa inverosimile, o nonvengono organizzate se non estemporaneamente ed occasionalmente in base alla combinazionefortuita della turnistica del personale non obiettore? Quali sono i tempi di attesa perl’intervento? Qual è la percentuale di IVG entro le prime 8/9 settimane di gestazione con tecnicafarmacologica (Mifepristone + prostaglandine)?Quali sono, invece, al contempo le strutture in cui si può partorire in maniera sicura atteso chel’unico punto di raccordo è ormai l’ospedale Perrino mentre in questi ultimi tempi è statafortemente ridimensionata l’offerta del presidio di Francavilla alla luce di gravi carenze diorganico medico? Cosa possiamo e dobbiamo fare per migliorare le prestazioni assistenziali neiconfronti delle donne brindisine?Alla luce di quanto sopra, la FPCGIL brindisi, certa che sia una priorità non più procrastinabile,chiede un cronoprogramma territoriale di interventi urgenti e risolutivi a tutela dell’utenzafemminile e dei lavoratori incardinati nei servizi di cura dedicati alle donne. Luca Ghezzani Chiara CleopazzoCoordinatore FPCGIL Dirigenza Medica e Sanitaria SSN Segretaria FPCGIL Brindisi Per restare aggiornato con le ultime news seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale YouTube. Per scriverci e segnalarci un evento contattaci! Condividi!