Il progetto “Letture… a margine” del Comune di Galatina finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura del MIC, ideazione e progettazione dell’associazione Vele Racconto di Copertino, soggetto attuatore Libermediadi Monica Albano, si propone di sensibilizzare sull’importanza della Literacy, la “capacità di comprendere, utilizzare, valutare, riflettere e impegnarsi con i testi per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità, partecipare alla società, attraverso attività che spaziano dalla promozione della lettura ai laboratori, dagli incontri tematici con e per i ragazzi a percorsi formativi tenuti con il supporto di formatori esperti rivolti a docenti e genitori, analizzando problematiche, strumenti di comunicazione social e linguaggio narrativo dei videogiochi.
Luogo di realizzazione del progetto il Polo Bibliomuseale di Galatina, ma anche altre location e altri istituti che ospiteranno le attività previste.
Il percorso di formazione, tracciato per grandi e piccini, ha come focus la declinazione del Margine Realtà/Virtuale, puntando l’attenzione su temi di volta in volta differenti.
Si parte dalla lettura quale strumento di conoscenza, per sviluppare uno sguardo “nuovo” o “rinnovato” sul mondo generando esperienze immersive che suscitano un senso di trasporto tanto più efficace in funzione della capacità del cervello di immedesimarsi nella situazione in cui viene proiettato dalla percezione sensoriale. Imparare a guardare consente di costruire gli strumenti per vedere la realtà in modo nuovo, senza stereotipi, generalizzazioni e categorizzazioni arbitrarie.
E’ in quest’ottica che si inscrive il laboratorio “Il proprio margine: Spazi Lib(e)ri” che nello specifico mira a sensibilizzare e promuovere una cultura delle differenze.
Si tratta di un percorso che si articola in cinque appuntamenti con Gianluca Rollo, Luigi Lioce dell’Associazione Transparent.love e Valentina Chiriatti dell’Associazione Vele Racconto e prende avvio lunedì 23 gennaio per proseguire il 30 gennaio e il 6, 13 e 20 febbraio coinvolgendo studenti e studentesse del Liceo “P. Colonna” di Galatina ad indirizzo artistico.
Obiettivo principale è lo sviluppo dell’empatia, dell’ascolto e della relazione con l’altro per fornire uno strumento di contrasto al bullismo, al cyberbullismo e alle discriminazioni di genere.
Dalla lettura di classici all’educazione alle differenze, il laboratorio, rivolto a ragazzi e ragazze dai 16 ai 18 anni, intende fornire gli elementi per analizzare e decostruire stereotipi e pregiudizi culturali guardando allo stereotipo come ostacolo culturale che impedisce di capire le motivazioni del perché l’altro abbia dei valori rispetto ad altri o usi un comportamento piuttosto che un altro.
Diventa necessario promuovere lo sviluppo di una buona capacità critica per analizzare da diverse prospettive le differenze. Come affermavano i latini “nomina sunt homina”, quindi il modo in cui viene definita una persona o il suo gruppo sociale ci parla della rappresentazione
sociale che detiene chi utilizza un determinato termine. L’utilizzo indiscriminato di termini non appropriati contribuisce a creare e mantenere stereotipi sui gruppi o sulle persone in questione, stereotipi che sono spesso negativi e ledono l’altro.
Il percorso laboratoriale si fonda, appunto, sulla creazione di un “manuale delle parole positive”, inclusive e libere da contenuti discriminatori e sull’elaborazione guidata di un toolkit – output del percorso laboratoriale. L’utilizzo delle parole condiziona, più o meno inconsciamente, il nostro pensiero e orienta i nostri comportamenti. È impossibile non comunicare ed ogni parola non è mai neutra: produce sempre delle conseguenze e, anche un silenzio può esprimere un intento. Le parole positive hanno la forza di illuminare la vita, pertanto, saper comunicare bene ed in positivo vuol dire avere rispetto per l’altro, vuol dire amare il prossimo e capire quello che è importante per l’altro mettendosi dal suo punto di vista. L’incontro col nostro prossimo diventa allora un momento magico di sintonia e armonia.
In questo modo comunicazione diventa comunione, reciprocità, crescita, un modo per “accogliere” e costruire un umanesimo della comunicazione. Se ristrutturiamo la comunicazione interpersonale con termini positivi e più emozionali, avremo maggiori possibilità di tradurre le nostre idee in messaggi efficaci.
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