Jay-Carter Music, rapper latianese, considerato un re a New York.
“In America la difficoltà è stata agli inizi per la lingua che ovviamente non conoscevo racconta Mimmo Francesco Attanasi in arte Jay-Carter – anche perché in quei quartieri parlano l’Ebonics. La strada, il ghetto sono veramente pericolosi. In Italia è tutto diverso, senza dubbio la difficoltà che tuttora sto incontrando sono i tempi lunghi di risposta ad ogni singola proposta o collaborazione”.
Italiano, bianco, cresciuto a Latiano, Mimmo sfida a colpi di beat e metriche i veri rapper newyorchesi. Un sogno non da poco.
Per lui questo genere musicale è affermazione della sua identità, riscatto. I suoi versi nascono dalla vita: sofferenze, la gelosia di amici e colleghi, la vita nella provincia italiana. Ma soprattutto NY, la sua New York, “dove si sente a casa” dice lui e dove oggi la comunità di rapper lo chiama fratello.
Di questo mondo Jay-Carter dice: “La violenza è una componente reale”, non si può negare ma il rap porta avanti anche valori come la fratellanza, solidarietà”.
“Per me all’inizio è stato difficile ma oggi posso dire che mi sento accolto nella comunità da rapper e produttori newyorchesi come Dj Premier, DC Young Fly, SouljaBoy, Dreamchasers, Dromanoti, Ceomiamimike, Ninobrown, Flo Rida, Vanilla Ice, DJ Whoo Kid” – conclude.
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