di Marcello De Marco Segretario Generale Femca Cisl Taranto Brindisi
Siamo oramai nel mezzo di una crisi economica e sociale del nostro Paese, che si palesa con tutti i suoi effetti devastanti, tra aumento dei costi delle materie prime e caro energia, che stanno per mettere definitivamente in ginocchio oltre ai lavoratori ed i pensionati, anche le aziende più solide e resistenti, qualora il Governo e con esso l’Europa, non attuasse prima possibile un piano programmatico e strutturale di interventi.
Tante, ad esempio, sono ad oggi le richieste di cassa integrazione provenienti da aziende dei settori produttivi di nostra competenza contrattuale.
A tal proposito, come già più volte a gran voce richiesto dai vertici nazionali Femca Cisl, c’è la necessità immediata di ragionare ed attuare una forma di cassa integrazione (c.i.g.) a costi più contenuti e che esuli dai periodi di c.i.g. ordinaria già previsti e a disposizione delle imprese – al pari di quanto è avvenuto per la cosiddetta cassa Covid – ma specifica per le difficoltà attuali delle aziende energivore.
Infatti, nelle numerose richieste che pervengono al riguardo, esiste come motivazione principale l’aumento dei costi dell’energia.
Occorrerebbe prestabilire, pertanto, un canale preferenziale e più veloce per l’accesso alla c.i.g. così da intervenire tempestivamente laddove ci sia un grave problema, prima che la situazione di crisi diventi irreversibile, in tal modo garantendo il mantenimento di tanti posti di lavoro che, in caso contrario, verrebbero perduti per scelte magari definitive delle imprese in difficoltà, considerata l’insostenibilità delle situazioni.
I costi dell’energia sono talmente alti, oramai, da rompere quello che prima era un equilibrio tra costi e benefici, vero e proprio cardine del fare impresa e questo implica rallentamento delle produzioni con le relative fermate degli impianti, vista anche la sofferenza di intere filiere produttive per l’eccessiva volubilità dei mercati.
Il dibattito elettorale, per le elezioni politiche oramai alle porte, dovrebbe proporre il ridisegno di una visione di futuro del Paese in materia di politiche industriali, specie laddove insistono i settori cardine di produzione del Pil nazionale e territoriale, per quanto ci riguarda quelli Gas acqua, Chimica e Tessile.
Non è concepibile, ad esempio, che oggi si debba assistere ai massicci investimenti operati dalla compagnia nazionale del Gas della Croazia, per la realizzazione di sei nuove piattaforme a pochi km dai nostri confini territoriali, a fronte delle autorizzazioni negate dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2016 per nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, ovverosia poco più di 22 chilometri, esibendo motivazioni puramente ideologiche ma sovraccaricate da conseguenti violazioni degli obblighi del nostro Paese, ai sensi del Trattato sulla Carta dell’Energia.
Abbiamo l’esigenza più di altri come Paese di rispondere ad una domanda energetica che non trova al momento una corrispondente offerta internazionale; da qui l’aumento vertiginoso dei prezzi.
Riteniamo inoltre necessario l’istituzione di tavoli di crisi permanenti sia a Taranto che a Brindisi per monitorare le diverse situazioni per fare fronte tempestivamente ad ogni difficoltà derivante da questo periodo.
La Femca Cisl è pronta ad offrire le proprie proposte e idee per ricercare le possibili soluzioni, consci della estrema gravità del momento, partendo sempre dall’obiettivo di garantire l’occupazione se possibile aggiuntiva e scongiurando la nascita di nuove vertenze.
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