Il“Barocco Festival Leonardo Leo”fa di nuovo visita al Chiostro dei Domenicani a San Vito dei Normanni domenica 18 settembre, alle ore 21, per mettere in musica i “Concerti per il Duca”. L’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici”, diretta al cembalo dal M.O Cosimo Prontera, e il violoncello solista Gaetano Nasillo danno voce ai concerti per violoncello, archi e basso continuo scritti da Leonardo Leo tra il 1737 e il 1738«per solo servizio di Sua Eccellenza il signore Duca di Madalone». Biglietti disponibili nel luogo del concerto. Ticket euro 3 – Info T. 347 060 4118. Domenico Marzio IV Carafa, Duca di Maddaloni, era mecenate di Leo e dilettante di violoncello ed è proprio l’intensa sonorità dello strumento prediletto dal Carafa che il compositore esalta in questi sei capolavori. Un repertorio di esecuzione non comune e di singolare potenza espressiva, affidato a musicisti di grande talento e sensibilità.
Il mecenate fu uomo di grande cultura e arricchì la biblioteca di famiglia con libri pregevolissimi e rari: il 30 marzo 1727 ospitò a Maddaloni, per due giorni, Papa Benedetto XIII che dimorò nel monastero dei Domenicani. Sette anni più tardi – il 27 novembre 1734 – accolse l’Infante di Spagna, Carlo, figlio di re Filippo V (in Italia per riconquistare il regno di Sicilia), porgendogli le chiavi della città di Maddaloni dentro un bacile d’argento, in segno di sudditanza: l’Infante le sollevò e le ripose nello stesso bacile. Gli eletti maddalonesi, a memoria di questo avvenimento, chiesero e ottennero dal re il “privilegio originale” di “città”. Il documento fu scritto su una pergamena con lettere d’oro e conservato nella casa comunale a firma del re Carlo III di Borbone.
Domenico Marzio IV Carafa sposò nel 1730 Anna Colonna, discendente da una famiglia che aveva protetto molti musicisti e nel suo palazzo accolse numerosi esecutori e compositori, ai quali – come aveva fatto il suo predecessore Carlo Francesco Pacecco Carafa – chiedeva con particolare enfasi musica per violoncello. Il palazzo Carafa di Maddaloni, esempio di architettura civile del barocco napoletano costruito nel Cinquecento dalla famiglia d’Avalos, fu per oltre mezzo secolo uno dei luoghi della musica più importanti di Napoli: nelle sue stanze videro la luce l’opera “Gli equivoci nel sembiante” di un appena ventenne e già geniale Alessandro Scarlatti, la “Sinfonia per violoncello e basso” di Giambattista Pergolesi, il quale morì nel 1736 nel convento di Pozzuoli posto sotto la protezione dello stesso duca di Maddaloni, e soprattutto i sei concerti per lo strumento composti da Leonardo Leo, allora maestro della Real Cappella e considerato il più autorevole didatta attivo a Napoli. Composti nell’arco temporale tra il settembre 1737 e l’agosto del 1738, cinque di questi brani si intitolano “Concerto di Violoncello con V.V., per solo servizio di S.E. il sig. Duca di Madalona”, mentre l’ultimo conserva la più arcaica denominazione di “Sinfonia concertata di violoncello, con V.V”. Tutti sono autografi e conservati presso la Biblioteca del Conservatorio di Napoli.
Questi pagine presentano – al di là della loro bellezza – una notevole importanza storica. Insieme ai concerti di Vivaldi, composti qualche anno prima, sono tra le prime opere a vedere il violoncello in veste solistica, dunque svincolato dai compiti di basso continuo. Sotto questo aspetto Leo si rivelò un autentico innovatore, fatto che appare ancora più evidente se si pensa che nel 1752 – otto anni dopo la scomparsa del compositore sanvitese – Johann Joachim Quantz scrisse nel suo celebre “Versuch einer Anweisung die Flöte traversiere zu spielen” che «il compito principale di questo strumento è costituito dalla realizzazione di un buon accompagnamento».
Tutta la produzione musicale legata alla nobile famiglia napoletana era diretta ad esibirne lo status sociale, ancor di più nei casi in cui il duca Domenico Marzio dava prova di sé al violoncello. Leonardo Leo non solo riuscì a liberare il violoncello dal vecchio ruolo di basso continuo, ma prese in considerazione la sua intensa sonorità con una quantità di melodie espressive e cantabili che non ha eguali nel repertorio concertistico per violoncello prima di Leo. Forse soltanto Pergolesi, di sedici anni più giovane, raggiunse simili risultati nella sua Sinfonia. Ma Leo seppe essere innovativo anche sotto l’aspetto stilistico, alla luce della scelta di adottare nei primi movimenti un abbozzo di forma-sonata (una forma pressoché sconosciuta tra i compositori attivi a Napoli nei primi decenni del XVIII secolo), che contribuisce a rendere questi concerti – concepiti secondo il collaudato modello della sonata da chiesa – più interessanti e originali rispetto alla maggior parte delle opere coeve. Sotto il profilo espressivo, Leo ottenne risultati davvero eccellenti abbinando stilemi propri del passato, come passaggi fugati, a spunti dal sapore decisamente teatrale, come il larghetto a mezza voce del Concerto n. 1 in la maggiore, una meravigliosa oasi di delicato lirismo e di spiccata cantabilità.
• Domenica 18 settembre ore 21.00
Chiostro dei Domenicani • San Vito dei Normanni
I Concerti per il Duca
I Concerti per violoncello di Leonardo Leo
Gaetano Nasillo violoncello solista
Orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici”
Cosimo Prontera cembalo e direzione
Federico Valerio secondo violino
Giuseppe Grassi violoncello
Maurizio Ria violone
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