Rivolgo un caro saluto al reverendo Vicario ed Arciprete, ai reverendi Padri Carmelitani, ai Parroci e al Clero tutto, alle Autorità civili e militari, ai concittadini presenti e a tutti coloro che anche a distanza ci stanno seguendo in diretta streaming.
La solenne consegna delle chiavi alla Protettrice della Città torna a svolgersi nel suo luogo naturale, torna a svolgersi in questa piazza, in cui finalmente tutti insieme possiamo ritrovarci. Piazza Vittorio Emanuele II non è solo uno spazio grande e accogliente, adatto a contenere la speciale adunanza di devoti legati al culto della Vergine del Carmelo. Non è solo uno spazio adatto a contenere la moltitudine di mesagnesi e di visitatori che partecipano alle celebrazioni della festa patronale. Piazza Vittorio Emanuele è un luogo storico per eccellenza: questo spazio, che i mesagnesi con affetto e per consuetudine chiamano semplicemente Porta Grande, è uno dei simboli della nostra civiltà. Porta Grande è il simbolo delle solide e orgogliose origini contadine della nostra città. Ispirato dall’autorevole bellezza della Piazza in cui ci troviamo, desidero far coincidere lo svolgimento del sentito momento che ci apprestiamo a vivere con la comunicazione di una notizia importante e attesa da tempo: la prossima settimana, attraverso una conferenza stampa, l’Amministrazione comunale che mi onoro di rappresentare illustrerà il progetto di riqualificazione che interesserà quest’area. Piazza Vittorio Emanuele II, un luogo caro e familiare alla memoria personale e collettiva dei mesagnesi, cambierà volto, sarà rivoluzionata, pur conservando le preziose tracce del suo, del nostro passato.
Il processo virtuoso che viene indicato con l’espressione ‘riqualificazione urbana’ coinvolge anche i quartieri Grutti – Calderoni, Zecchino, Mater Domini, con progetti pronti e interventi già finanziati. Tutte le altre aree periferiche, a partire dal quartiere Sant’Antonio, saranno oggetto di ulteriori interventi di rigenerazione. Le ipotesi di progetto già approntate dagli uffici competenti verranno candidate ad ogni occasione utile di finanziamento. Occasioni che, come è stato per le altre progettualità già ammesse, siamo certi che non si faranno attendere.
Ma la monumentale Porta Grande rappresenta anche il varco con cui il cuore antico di Mesagne si annuncia. E al quale accediamo dopo aver onorato l’antico rito che con fiducia umana affida le sorti e le paure di una comunità alla protezione della sua Patrona. Ci affidiamo con un gesto che si rinnova, forti di una magia che l’emozione della mia condizione di primo cittadino mi fa percepire di volta in volta con maggiore gioia. Il ricordo che si ripropone è il terremoto che il 20 febbraio 1743 scosse il Salento e risparmiò Mesagne. Le fonti storiche riferiscono di come la città fu preservata dalle distruzioni e dai numerosi lutti che colpirono la zona. E che tale protezione, nel sentire comune, fu attribuita al soccorso della Vergine del Carmelo, già patrona di Mesagne. I tre giorni di solenni festeggiamenti servono a esaltare la gioia devozionale di un popolo che si rivolge alla Madonna del Carmine continuando a chiamarla, con tono intimistico, ‘madonna nostra’.
Oggi che l’emergenza sanitaria è meno temibile, sebbene non definitivamente superata, possiamo tornare con cautela alle abitudini che ci portano a condividere la festa più attesa dai mesagnesi, lo facciamo con lo spirito con cui tutti noi abbiamo imparato a viverla: tra l’introspezione della preghiera, il rumore allegro di bancarelle e giostre, in perfetta sintonia con le luminarie che tracciano i percorsi. E la cassarmonica, che torna simbolicamente al centro di un evento comunitario che ha nell’incontro, nel piacere di ‘ritrovarsi’, uno dei suoi elementi identitari. Ringrazio il Comitato Feste patronali per la collaborazione offerta, come sempre con spirito di servizio, affinché tutto questo si realizzasse. Un pensiero va ai concittadini che in Italia e nel mondo vivono questi giorni di festa con particolare nostalgia, per Mesagne e per i ricordi che qui hanno lasciato.
Restano tanti e di grande valore i sentimenti che accompagnano questo significativo rito. Significativo e importante quanto l’impegno a continuare a valorizzare il volto che la città di Mesagne ha saputo costruirsi negli anni grazie alla capacità dei suoi abitanti di sviluppare forme sincere e tangibili di cura dei beni comuni.
Un atteggiamento che ha contribuito a rendere la nostra cittadina una delle mete turistiche regionali più ambite. Mesagne oggi è riscatto, amore per sé stessa, è accoglienza. Dietro a questo risultato c’è l’impegno di imprenditori, agricoltori, commercianti, ristoratori; degli operatori culturali e del volontariato sociale, di tutte le nostre parrocchie.
C’è soprattutto un lavoro di qualità, svolto in modo trasversale e in ogni settore, che rende questa città senz’altro unica, sempre pronta a superarsi, ad arrivare un po’ più in là, ad alzare l’asticella. E non per l’ambizione di sentirsi migliore di altre ma per l’orgoglio di sapersi migliorata rispetto a se stessa, in un percorso di costante e inarrestabile evoluzione che fa i conti col passato, si confronta col presente e si proietta con determinazione nel futuro.
Insieme, nessuno escluso, definiamo il futuro di una città che ogni giorno costruisce qualcosa di buono per sé stessa: si vedono ovunque cantieri, servono a conferire decoro urbano, con accorgimenti piccoli e grandi; a offrire condizioni igienico-sanitarie adeguate attraverso il rifacimento del tronco idrico-fognario, a garantire la sicurezza delle scuole e del territorio. Il nostro Comune è in prima linea per intercettare i finanziamenti resi disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È in prima linea e li ottiene: è solo di pochi giorni fa la notizia dei due milioni e 250 mila euro stanziati per finanziare la ciclovia che collegherà il centro storico di Mesagne al Parco archeologico di Muro Tenente. Il tronco ciclabile inserirà la nostra città nel grande percorso che unirà Londra a Brindisi, nell’ambito del progetto denominato ‘Eurovelo5’.
Di fondo c’è che a Mesagne abbiamo imparato a pensare in grande, abbiamo compreso come tale condizione sia necessaria per il raggiungimento di risultati che sentiamo non solo di poter raggiungere, ma anche di meritare. Mi scuso per i disagi che gli interventi brevemente indicati comportano e comporteranno, ma si può comprendere quanto tali interventi si rendano necessari per la realizzazione di servizi essenziali come le fogne, bianche e nere; per gli allacci della rete gas; per l’allaccio della fibra, che aiuta a connettersi con il mondo intorno a noi.Il tempo e ancora un po’ di pazienza serviranno a fare di Mesagne una città moderna e competitiva, senza nulla da invidiare alle più belle città italiane.
Permettetemi di concludere rivolgendo un pensiero speciale a chi soffre, a chi pensa di non farcela perché solo, malato, disoccupato: il mio, il nostro proposito più grande è quello di costruire una città in cui tutti possano sentirsi parte di un insieme indivisibile. E con lo sguardo sul mondo, penso alle guerre che dilaniano il nostro pianeta, al conflitto tra Russia e Ucraina, penso alle sofferenze inflitte alle vittime civili, ai bambini e agli anziani, alle loro delicate vite segnate da traumi che li segneranno con ferite difficili da ricucire. In queste chiavi ripongo una speranza grande: la speranza che il nostro tempo ritrovi in tutti i Paesi del mondo martoriati dalla guerra le ragioni della tenerezza, della concordia, della Pace.
Con questa speranza nel cuore, auguro una buona festa a tutti noi.
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