Il fisarmonicista Rocco Nigro è salentino di nascita, il violoncellista Redi Hasa d’adozione. Il primo ha sempre guardato i Balcani da questa parte dell’Adriatico, facendoli incontrare con il tango, il klezmer e la tradizione sefardita. Il secondo li ha idealmente portati in Puglia quando ha deciso di trasferirsi in Italia dalla sua Albania. E ora i due musicisti si ritrovano per due progetti e tre concerti per l’N&B Mareterra Festival diretto da Gilberto Scordari.
Martedì 19 aprile (ore 20.30) nell’auditorium Vallisa di Bari (ingresso con contributo e prenotazione obbligatoria al numero 351.7510571) e mercoledì 20 aprile (ore 20.30) nella chiesa del Carmine di Ostuni (ingresso libero), dove il concerto è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Proloco «La bianca tra gli ulivi» e della sua presidente, Madia Trinchera, i due musicisti proporranno un repertorio di brani inediti e melodie inusuali, composizioni ispirate alla ricerca dell’essenzialità. Radici musicali separate dal braccio di mare che tiene insieme le due sponde del Mediterraneo, il santuario De Finibus Terrae di Santa Maria di Leuca e le indomabili montagne d’Albania, nell’incontro tra il mantice malinconico di Rocco Nigro, giovane fisarmonicista e compositore salentino che partendo dalla tradizione del Sud Italia ha esplorato vari territori musicali con la cantante Rachele Andrioli, il trombettista Cesare Dell’Anna e il tamburellista Antonio Castrignanò, e il suono liquido e meticcio di Redi Hasa, violoncellista che da molti anni gira il mondo con Ludovico Einaudi. Insomma, due musicisti con storie diverse, ma con un unico respiro e un’identica visione dei poteri taumaturgici della musica.
Quindi, giovedì 21 aprile (ore 20.30), nel Naturalis Bio Resort di Martano (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 351.7510571), Redi Hasa e Rocco Nigro coinvolgeranno Cristian Musio (viola) e Marco Schiavone (violoncello) nella presentazione dei brani di «Stolen Cello», il primo album da solista di Hasa, che qualche anno fa è stato anche a corte della rockstar Robert Plant, leggendario cantante dei Led Zeppelin. L’artista italo-albanese aveva suonato in tre brani del disco «Carry Fire», ospite d’onore in veste di musicista ormai consacrato sulla scena internazionale: uno status raggiunto grazie alla stretta collaborazione con Ludovico Einaudi, con il quale Redi Hasa ha lavorato anche per l’album «Seven Days Walking», finito al numero uno della classifica inglese di musica classica. Due anni fa questo progetto da solista per la prestigiosa etichetta Decca, nato da un fatto strettamente autobiografico. «Stolen Cello» (Violoncello rubato) allude, infatti, allo strumento che Redi Hasa aveva ricevuto molti anni prima in prestito dall’Accademia musicale di Tirana. Uno strumento che decise di portare con sé, quando negli anni Novanta arrivò a Bari da profugo, perché ormai quel violoncello gli apparteneva.
Info e contatti 351.7510571 – mareterrafestival.com.
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