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Latiano- MADAMA: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GABRIELE ARGENTIERI

Riceviamo e pubblichiamo

Lettera aperta al Presidente del Consiglio

 Caro Presidente,

    motivi di salute, a causa di un ginocchio in disordine che non mi consente di stare molto tempo in piedi e che mi crea difficoltà anche nel deambulare, e l’emozione che mi prenderebbe per il ritorno dopo molti lustri nei banchi del Consiglio, mi impediscono di partecipare al consiglio comunale aperto che discuterà: ” la realizzazione di un tempio crematorio nel nuovo cimitero comunale.”

   Mi stupisce, e lo dico senza polemica, che il Consiglio Comunale,  viene convocato addirittura un mese dopo la deliberazione con la quale la G.M. esprimeva la manifestazione di interesse alla costruzione di un forno crematorio nel cimitero comunale  sollecitando anche la necessità di un consiglio comunale aperto. Mi è strana infatti la tempistica della convocazione che avviene dopo un mese dalla richiesta e a solo due giorni di distanza dal mio comunicato che mi risulta abbia suscitato molte polemiche e quanto meno ha svegliato le coscienze.

    Mi permetto, dal momento che non posso partecipare di persona, di esprimere il mio pensiero sull’argomento con preghiera di porlo, se lo ritieni, all’attenzione del Consiglio Comunale.

  Premetto che non ho nessuna remora filosofica, religiosa o teologica sulla cremazione; sono però contrario alla realizzazione di un forno crematorio nel nuovo    cimitero comunale per diverse ragioni, e  alcune mi permetto esternarle.

    La legge prevede che il forno crematorio deve essere costruito solo nel cimitero comunale. Come ho già evidenziato nel mio comunicato  ” il testo unico delle leggi sanitarie così come modificato dall’art. 4 della legge 130/2021 prevede che i cimiteri comunali devono essere distanti almeno duecento metri dall’agglomerato urbano. Ebbene il nostro cimitero  oggi, con l’espansione del paese, si trova ad appena 20 metri dal popoloso agglomerato della “Niara” ed a meno di duecento metri dal centro urbano. Siccome i cimiteri in base alla suddetta legge debbono distare almeno duecento metri dall’agglomerato urbano e siccome il forno crematorio per legge deve essere costruito all’interno del cimitero comunale ne consegue che non essendoci le distanze prescritte non può essere costruito.  A meno che la Giunta Municipale non abbia deciso di radere al suolo il rione Niara, abusivo ma credo condonato, che dista soli venti metri dal nuovo cimitero comunale e contemporaneamente abbattere anche parte del centro urbano che dista a meno di duecento metri dal cimitero; diversamente dovrà far costruire il forno crematorio contravvenendo ad  una legge della Repubblica Italiana.

       Un’altra ragione altrettanto importante  che mi porta ad essere contrario è che il forno crematorio inquina ecccome. Il forno crematorio non emana come gli impianti di depurazione delle acque reflue solo odori sgradevoli; emana fumi e altre sostanze inquinanti che a causa  dei venti dominanti (scirocco o tramontana) renderebbero  il nostro comune particolarmente vulnerabile.

      L’EPA stima che un forno crematorio che cremi solo 100 salme in un anno emette quasi un chilo di mercurio oltre ad  altre sostanze inquinanti. Figuriamoci la cremazione di migliaia di salme  perchè quello di Latiano sarebbe l’unico impianto nel Salento che potrebbe servire anche la Basilicata che ne è sprovvista. D’altronde con soli 180 salme da cremare in un anno (tanti sono piu o meno i decessi a Latiano) la ditta che ha presentato l’offerta per la progettazione, costruzione e gestione dello impianto non avrebbe nessun interesse economico a sostenere un investimento particolarmente oneroso.

    Certamente i soloni di turno, e perchè no gli interessati ( ce ne saranno molti) sosterrano la tesi che  i filtri moderni non  producono inquinamento che tutto è sottoposto a rigorosi controlli e qualche altro dirà che il forno crematorio  è soggetto alla vigilanza dell’ufficiale sanitario (che non esiste più) e del sindaco ,,,,,(che però non ha personale neanche per vigilare sull’ordinaria amministrazione) e si sforzeranno di riproporre  lo stesso copione recitato quando fu costruita l’Ilva a Taranto e Cerano a Brindisi.  Non spiegano però perchè alcuni forni come quelli di Cinisello Balsamo sono stati chiusi e non spiegano perchè ne esiste solo uno a Bari,  e nessuno in  tutto il Salento e nella intera regione Basilicata. Sosterranno che il nostro comune deve essere all’avanguardia; ma essere tali solo per la realizzazione di impianti che nessuno vuole ed essere arretrati nei servizi essenziali personalmente preferisco che il mio comune  sia all’avanguardia nei servizi essenziali e arretrato invece nella costruzione dei forni crematori.  

      Per questi motivi ed altri che è superfluo sciorinare sono apertamente contrario così come lo fui, quando insieme a soli quattro amici, votai contro la costruzione della centrale di Cerano. I soloni che furono allora favorevoli oggi tristemente tacciono.

  VITTORIO MADAMA

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