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Latiano – Francioso (PD): Maiorano sta tradendo i suoi elettori

Riceviamo e pubblichiamo

Nel suo ultimo comunicato, il sindaco Cosimo Maiorano fa un riferimento all’economista Stefano Zamagni, citandolo testualmente: “costruire non una città di pietre ma una città di anime”.
Voglio approfondire questa citazione; Zamagni dice che la sfida del futuro è che le nostre città tornino a essere delle civitas, dei luoghi, cioè le città delle anime, dove le persone stabiliscono tra loro dei legami, delle relazioni che anche in economia si chiamano i beni relazionali. Allora, quando le corde, che rappresentano i legami (metaforicamente, la fiducia), vengono tagliate vuol dire che il capitale sociale, politico e umano è basso, le persone non si relazionano più e l’economia non cresce. Non c’è sviluppo perché le persone cessano di guardarsi negli occhi.
È alquanto bizzarro che un sindaco che sta tradendo i propri elettori vada a utilizzare proprio questa citazione. Ma trovo davvero sconcertante che il tradimento abbia come coprotagonisti proprio i responsabili di quel taglio di corda, cioè di fiducia, quelli che, come dice Ruggiero in un suo comizio, “hanno regnato a Latiano per circa 40 anni e non si sono mai battuti per nessuno… Mai”.
Ricorderanno tutti i latianesi Maiorano che diceva: “chi è uscito dalla finestra non rientrerà dalla porta”, che nell’ultima campagna elettorale si è arricchita con: “De Punzio è stato il più grande errore della mia vita”. Bene, era tutto uno scherzo. Per il sindaco, ora, quello che lui stesso diceva pochi mesi fa è mutato, diventando “una politica unicamente impegnata a rinfacciarsi la responsabilità degli errori commessi, una politica fatta da gratuite accuse e da insopportabili offese”. Il nuovo corso pseudodraghiano intrapreso, vede un primo cittadino folgorato sulla via di Damasco e impegnato a passare a “una politica impegnata a individuare ciò che oggi serve concretamente a questo paese…”, come se la sua maggioranza non ne fosse capace.
Per la prima volta nella storia d’Italia, un sindaco, dopo aver vinto le elezioni, aver superato un ricorso da vincitore, si ritrova davanti a un bivio, parole sue: o si governa, facendo fede al mandato che gli elettori gli hanno conferito con la vittoria delle elezioni, avendo, come lui dice, una maggioranza granitica; oppure, senza giri di parole, si ritorna alla precedente amministrazione continuando con gli accordi presi già in precedenza, aggiungendo Ruggiero e i suoi per creare un alibi.
Ma, a questo punto, facciamo anche una valutazione politica. Mi è parso di capire, dalle continue conferenze dei capigruppo (tra l’altro, una sede istituzionale usata in modo improprio), che l’operazione sarebbe andata in porto solo se tutti i gruppi di maggioranza fossero stati d’accordo, in quanto il fine era elevare il livello politico e indurre l’opposizione a non ostacolare il percorso amministrativo. Oggi, abbiamo un’opposizione che entra in maggioranza e una parte della maggioranza che passa all’opposizione; dalle mie informazioni almeno quattro consiglieri comunali sono pronti al salto.
Praticamente, Maiorano sta semplicemente scambiando i ruoli, sostituendo dei consiglieri che i cittadini hanno voluto al governo della città con altri che gli stessi avevano messo all’opposizione. Questo tipo di operazione può avere un solo nome: ribaltone. E chi oggi appoggia questa soluzione si rende egualmente responsabile nei confronti dei cittadini. La soluzione “tutti dentro” è naufragata da tempo ma questo, oggi, per il sindaco non ha più importanza.
Una proposta, nonostante tutto, la voglio fare.
Visto che l’obiettivo, almeno cosi si narra, è il bene superiore della città, considerato il probabile arrivo di grossi finanziamenti dei fondi del Pnrr, visti gli ambiziosi obiettivi inseriti nell’agenda amministrativa da tutte le coalizioni, che nell’ultima riunione erano arrivati a ventuno, perché non azzerare totalmente la giunta, e sottolineo totalmente, e sostituirla con una giunta tecnica, fatta di professionisti, ognuno con le giuste competenze rispetto alle deleghe attribuite, che possa garantire il raggiungimento degli obiettivi, nella più totale trasparenza e legalità?

Se questa proposta dovesse essere respinta, nominando in giunta i “soliti noti” sia dell’attuale maggioranza che dell’attuale opposizione, vorrà dire che l’appellativo ribaltone è anche riduttivo e se ne dovrebbero trovare di nuovi e più efficaci per descrivere quello che sta accadendo a Latiano.
A ognuno le proprie responsabilità.


Vincenzo Francioso
Capogruppo Partito Democratico

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